Inception
di Christopher Nolan, 2010
Ho visto Inception esattamente un mese fa*.
Inception è il più grande film del 2010**.
Il motivo di quest'attesa non è chiaro neppure a me, né sono sicuro di sapere per quale motivo così tanti post abbiano "scavalcato" quello sul film di Nolan durante le utlime settimane. Forse perché mi dispiaceva scriverne un solo post, incapace per sua natura di racchiuderne, citando il dialogo tra Cobb e Mal, "all its complexity, all its perfection, all its imperfection". Un film perfetto e imperfetto, nella migliore accezione possibile, di cui è difficile, impossibile parlare tra i confini di un blog, non tanto per lo spauracchio dello spoiler ma per via della sua complessità, non solo narrativa - quella che ha spinto molti fan a disegnare schemi che la spiegassero nella sintesi di un grafico - ma anche per i suoi infiniti livelli di lettura: Inception è costruito su una stratificazione che porta ben più di un passo avanti sia il discorso sulla confusione ontologica intrapreso da molto cinema americano tra la fine degli anni '90 e il decennio successivo sia la sperimentazione postmoderna sulla relatività del tempo diegetico, ma tutto ciò è appoggiato su una produzione e distribuzione da blockbuster - e quindi Inception è anche un action thriller irresistibile con un cast travolgente (in primis Gordon-Levitt e lo stesso DiCaprio), un melodramma straziante sul senso di colpa, un film possente e fragile insieme su un ultimo riscatto, un film sperimentale e mainstream insieme sulla vita e sul sogno e, come molti hanno sottolineato (Nolan incluso, anche se ha ammesso di "essersene accorto" soltanto a cose fatte), anche una straordinaria metafora dell'atto creativo del cinema. E, so e sospetto, centinaia di altre cose.
Dirò la verità, ho passato la prima mezz'ora del film cercando di affontarlo con più freddezza, di non farmi trascinare dal cieco entusiasmo, nonostante ne attendessi con ansia l'arrivo da mesi e fossi certo delle sue qualità. Ma dopo un po' di minuti passati a cercare invano il pelo nell'uovo, credo a partire dall'eccellente inseguimento tra i vicoli di Mombasa, mi sono reso conto che non ha davvero senso e l'ho capito ascoltando il battito del cuore e guardando i muscoli delle gambe tendersi e agitarsi quanto i neuroni nel cervello: mi ripeterò, ma la magia di Nolan è quella di aver ottenuto un film epico e commovente pur da una macchina narrativa così cerebrale e geniale, di aver risolto (a patto di stare un po' attenti) la comprensione del plot con i perfetti ingranaggi della sceneggiatura e di aver messo in piedi uno spettacolo trascinante in cui tutti gli elementi contribuiscono in egual modo (con una particolare nota per l'epocale colonna sonora di Hans Zimmer) e in cui quasi ci si dimentica (non a caso) del tempo che passa e, ancor più miracolosamente, del caos dell'intreccio. Il risultato: uno di quei rari film che ti entrano sotto la pelle e dietro gli occhi, e dopo un mese di tempo sono ancora lì con la disturbante e tachicardica palpabilità di un sogno lucido. Forse perché non abbiamo fatto altro che pensarci e ripensarci per tutto questo tempo?
Ma, concludendo con una materia più "fredda" ma non meno rilevante, quello di Inception è anche un modello che potrebbe aprire degli scenari luminosi sul futuro del cinema commerciale americano: stiamo parlando di un film d'autore dal budget di 160 milioni di dollari, di un film realizzato con una libertà creativa quasi senza precedenti negli ultimi 10 anni ma che non fa assolutamente sconti e non dà mai per scontato che l'età mentale dei suoi spettatori sia sotto il livello di guardia: un'occasione guadagnata grazie al precedente capolavoro del regista, Il cavaliere oscuro, che ha già ripagato ampiamente sul mercato. E che dal lato artistico mostra ancora una volta a chi avesse dei dubbi che, a suo agio sia su territori del cinema più commerciale che in incontrollabili e meravigliose follie come Inception e The prestige, Nolan è davvero uno dei più grandi registi del cinema americano contemporaneo.
Nei cinema dal 24 settembre 2010
*ho visto il film in Portogallo, un paese civile dove i cinema sono sempre pieni (di film e di spettatori) anche ad agosto e dove tutti i film vengono proiettati in lingua originale con i sottotitoli
**finora













