Centurion
di Neil Marshall, 2010
Tra i registi del cosiddetto Splat Pack, Neil Marshall non è solo uno dei più benvoluti, ma uno dei più interessanti ed eclettici: dopo essersi smarcato dal circuito degli appassionati (il suo primo film era l'interessante Dog Soldiers) con il fenomenale horror The Descent, con il suo sorprendente terzo film Doomsday aveva mostrato una notevole sfrontatezza nell'affrontare il pastiche di generi e i topoi del cinema post-apocalittico, attirando su di sé anche qualche immeritata antipatia da parte di alcuni fan della prima ora.
Con Centurion il suo cinema sembra prendere una strada diversa, allontanandosi apparentemente da scenari horror per raccontare una fantasiosa risoluzione di un famoso mistero - quello della "nona legione" romana scomparsa nelle Highlands scozzesi all'inizio del secondo secolo DC. In realtà, a Marshall interessa decisamente più l'action adrenalinico che la rivisitazione storica, la sua mano flirta con il thriller più che con Il Gladiatore, per nostra fortuna, e il film più che per la vicenda in sé si fa notare soprattutto per l'approccio sempre più materiale e sanguigno alle scene d'azione.
Insomma, dopo Doomsday pensavo di aver assistito al maggior numero di decapitazioni possibili in una pellicola di largo consumo, ma solo perché non avevo visto Centurion: la sequenza della prima battaglia in cui la legione viene sterminata dai Pitti, è una lunga e furiosa carneficina in cui quasi ogni inquadratura, all'interno di un montaggio serratissimo, è un ammazzamento, spesso molto truculento - ma il fatto che il film inizi con un soldato di guardia infilzato da una lancia là dove non batte il sole era già un bel campanello d'allarme, se così si può dire. In queste sequenze Marshall è in grandissima forma e Centurion si pone come il proseguimento ideale del film precedente, agli antipodi semmai rispetto a un'opera come Valhalla Rising.
D'altra parte però il film non spicca certo per l'originalità o la brillantezza del plot (nel film precedente sostituite dal continuo scarto di genere e dall'ammiccamento cinefilo) e visto che, azzerata l'ironia, Centurion non ha quella stessa capacità di gestire il corso della narrazione (buttando nella mischia una tiepida storia d'amore svalutata immediatamente dal contorno) spesso e volentieri affida il compito di tenere alto l'interesse a una fotografia eccezionale ma cartolinesca e alla tosta presenza scenica del suo protagonista. Gioco forza: chi non lo farebbe, avendo tra le mani Michael Fassbender? Anche se in realtà la vera star del film è la spettacolare Etain di Olga Kurylenko, proto-braveheart di spietata bellezza nei cui occhi Marshall riesce a far bruciare con una forza visiva deflagrante la fiamma della perdita e del desiderio di vendetta.
Non mi risulta che sia ancora prevista un'uscita italiana per le sale













